Ci mancava l’acqua new age… Chi più ne ha, più ne metta!

Qualche anno fa era una moda, poi è diventato un tassello emblematico (forse con connotazioni meno enfatiche) di un nuovo modo di vivere e di concepire la vita, sicuramente molto in linea con i crismi della postmodernità.

Parliamo della New Age, corrente socioculturale su cui si è abilmente o maldestramente posizionata (lascio a voi il giudizio …) AQUAMANTRA.

Il sistema di prodotto di quest’acqua minerale (lanciata nel 2006 nella Costa ovest degli USA) ruota attorno agli studi di un tale Dr. Masaru Emoto, il quale, facendo riferimento al filone alternativo della fisica quantistica, avrebbe individuato nell’acqua sensibilità ai pensieri ed alle emozioni

Così, stando a quanto affermato dall’ideatrice del progetto, Ms. Teklak, bevendo AQUAMANTRA da una bottiglia “I AM LUCKY” si svilupperebbe un’influenza positiva sulla fortuna e lo stesso succederebbe con “I AM LOVED” o “I AM HEALTHY”…

Addirittura, sul sito web vieneconsigliato agli scettici di attaccare un’etichetta con su scritto “I HATE YOU” su una bottiglia piena d’acqua e di lasciarla lì per tutta la notte, per poi confrontare all’indomani il sapore dell’acqua di quella bottiglia con una qualsiasi altra acqua e notare la differenza.

La veridicità di questa idea viene sostenuta a tal punto (questa è proprio bella…) da mettere in vendita, sul sito ufficiale, le etichette del prodotto (con tanto di istruzioni) da attaccare su una normale bottiglia per personalizzarla e per conferire il relativo influsso positivo all’acqua che contiene (prezzo di tre etichette, l’equivalente di circa 3,50euro!).

Che dire, questa contrapposizione tra fattori “mistici” e presunte evidenze scientifiche derivate dalla fisica quantistica sembra oltremodo stravagante…

Del resto, il web (sono molti i video che circolano) ed i media americani si sono interessati molto a questo “fenomeno”.

Inoltre, incuriosite, altre imprese (una su tutte, H2OM) si sono già mosse seguendo la stessa linea di pensiero.

Tra l’altro, sembra che AQUAMANTRA si sia aggiudicata anche il primo premio come migliore marca d’acqua imbottigliata, il che lascia intendere che effettivamente le sue qualità organolettiche siano superiori alla media, oppure no? Si sente puzza di Publicity?

Non saprei, ma rimango scettico…

Al di là di questi aspetti (tutti da verificare), è evidente che la “formula” di AQUAMANTRA sia incentrata in pieno sulla “ricerca di significati“, tipica della nostra società postmoderna.

A ciò si aggiunge (ed anche questo sa molto di “paraculata”, perchè va in contrasto con la pataccata dell’imbonimento in stile new age) l’attenzione all’ambiente, quindi la vena “socialmente responsabile” di questo brand.

Le bottiglie, ad esempio, sono completamente biodegradabili, compostabili e riciclabili ed il 2% del fatturato sembra che vada ad associazione benefiche.

In aggiunta, sono stati creati anche un magazine ed un forum on-line, con l’obiettivo di contribuire all’educazione dei bambini del futuro, con valori positivi.

Venendo a considerazioni in termini di marketing operativo, è da notare che il prodotto viene distribuito negli USA soltanto tramite vendita diretta (con un servizio di consegna a domicilio prenotabile per periodi generalmente da 1 a 7 mesi) o in alcune catene alimentari selezionate, prevalentemente bio.

Proseguendo su questa scia, potrebbe essere interessante proporre l’acqua anche all’interno di circoli yoga o in altri contesti simili.

Tutto questo, però, quanto costa?

Il prezzo è piuttosto alto (l’equivalente di circa 1,70 euro per una bottiglia da un litro), ben superiore anche a bevande come Coca Cola, Pepsi o Dr. Pepper.

Infine, è interessante notare come il sito metta a disposizione una pagina dove reperire bottiglie speciali di “I AM LOVED”, come regalo per San Valentino, o “I AM LUCKY” personalizzabili in funzione di particolari eventi che si auspica vadano per il verso giusto. Ovviamente ad un prezzo maggiorato.

In conclusione, questo esempio può essere ritenuto emblematico delle opportunità che il mercato offre alle imprese nell’era postmoderna. Il consumatore è per molti versi più critico rispetto al passato, ma anche più sensibile a “richiami” sottili, che giochino sulla sensorialità, sul simbolico, sul trascendente.

Se poi si condisce il tutto con un po’ si sensibilità ambientale dichiarata (anche se messa in pratica in modo parziale e poco credibile), meglio ancora…

Diciamo che possiamo pretendere di più dal consumatore scaltro e “competente”, a maggior ragione su un prodotto come l’Acqua, a maggior ragione che – se ne parla sempre più spesso – si tratta di un settore con non poche storture, dove – almeno in Italia – spesso le imprese fanno il bello ed il cattivo tempo (con scarsa attenzione al territorio e con molta attenzione alla speculazione) e dove la differenziazione psicologica è fortissima; forse – oggi come oggi – in modo poco giustificabile.

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