La differenziazione dei Corsi di Lingue, all’insegna dell’edutainment.

Qual è il modo migliore per apprendere, in particolare una lingua straniera?

Sicuramente farlo senza stress, senza il rischio di annoiarsi, magari anche divertendosi.

Più in generale, questo si chiama “edutainment” e si tratta di una tendenza sempre più forte nel campo nella formazione, a vari livelli.

Del resto, “la mente non è un recipiente da riempire” (Osho docet). Non si può pensare di caricare dati, nozioni e stimoli in modo freddo ed automatico, come si fa con un computer…

Questo è vero soprattutto per le lingue straniere, che si imparano più facilmente e velocemente “per osmosi“, senza troppi filtri.

Per questo motivo, la famosa “esperienza all’estero” è assolutamente utile per chi voglia sganciarsi dal “makkeronik speaking“.

Ma sembra che anche questo non sia più sufficiente. A guardare bene, infatti, oggi il mercato offre una serie di possibilità alternative per imparare le Lingue, tutte accomunate da due aspetti centrali:

  • la “sdrammatizzazione” dell’esperienza formativa, ben amalgamata o incorporata in esperienze di vita di vario genere, anche a stretto (ed autentico) contatto con la vita, gli usi, i costumi e la quotidianità del Paese estero di interesse;
  • l’abbinamento di esperienza formativa ed esperienza ludica, con la ricerca del particolare.Volete un po’ di esempi?

    Eccoli:
  • gli “Aperitivi in Lingua“: se ne organizzano in tutta Italia. A Seregno (Mi), in particolare, l'”inglese da bere” è oramai un rito, che si ripete ogni ultimo martedi del mese. Gli incontri iniziano alle 20 e durano circa un’ora e mezza;
  • Timone Charter“, invece, organizza i corsi “Sailing in English“, dove si insegna a navigare e nel contempo a conversare in lingua.

    Ai momenti più sportivi si aggiungono anche un paio d’ore al giorno di lezioni vere e proprie;

  • l’agenzia milanese “Openminds“, invece, organizza percorsi di edutainment tematizzati sulla base delle passioni dei clienti (pesca, piuttosto che golf, pittura, ecc).

    Così, ad esempio, si può fare trekking sulla costa Jurassic (molto interessante dal punto di vista naturalistico), risalire in canoa il fiume Avon o percorrere la campagna in mountain bike, tutto rigorosamente “spiccando inglese”;

  • se ci si vuole impegnare in iniziative a sfondo sociale e nel contempo imparare l’inglese, Euroeduca propone corsi di 20 lezioni a settimana per almeno 2 settimane a Toronto o Vancouver, abbinati a programmi di volontariato di vario tipo;
  • la Compagnia Teatrale “Il Palchetto” organizza corsi di recitazione in inglese, francese e spagnolo con attori madrelingua e testi classici;
  • infine, “Dance to English“, un corso di danza e di inglese che funziona così: all’inizio ai frequentanti viene consegnato un cd con le canzoni su cui verranno costruite le coreografie.

    I partecipanti prima familiarizzano con i testi, poi imparano a pronunciare le frasi in modo ritmico, infine imparano a muovere il corpo per esprimere ciò che dicono le canzoni.

    Insomma, anche in questo caso di tutto e di più, all’insegna della formazione esperienziale (ne avevamo parlato in relazione alla gestione delle risorse umane), finalizzata a produrre “trasformazioni” positive sul cliente, che non hanno a che fare con le sole competenze linguistiche, perché vogliono lasciare una traccia più marcata rispetto ai canonici “Corsi di Lingue” (“ottica del servizio”).

Che cosa ne pensi di questo post?
+1
34
+1
1
+1
2
+1
0
+1
0
+1
0
Condividi questo articolo

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.