Social eating: vi racconto una bella storia…
Silvia è una ragazza in gamba, frizzante, solare, che un giorno realizza che la propria vita deve cambiare, per essere più felice. Ha talento, idee e visione di un contesto – sociale e di mercato – che cambia velocemente, aprendo tante nuove interessanti opportunità.
Da lì, a realizzare un sogno, il passo sembra breve, ma, in realtà, come sempre, entra in gioco la capacità di tradurre un’intuizione brillante in qualcosa che stia in piedi.
Siamo in un mondo complesso, che richiede la sintesi di molteplici stimoli, per dar vita a soluzioni nuove, interessanti, smart, possibilmente capaci di riempire i vuoti che si sono aperti nel mercato.
In questo caso specifico, Silvia ha puntato tutto sull’esigenza delle persone di trascorrere il proprio tempo libero in modo piacevole, non banale, intenso, all’insegna della qualità di relazioni e momenti condivisi e dell’esaltazione dei sensi, in modo autentico.
Bellissima storia, che sono proprio contento di raccontarvi, con questa breve intervista a Silvia, alla quale facciamo il nostro più grande in bocca al lupo!
In un momento in cui la frenesia ci porta alla solitudine, io offro, oltre al buon cibo, la possibilità di conoscere persone nuove e culture differenti; un incontro tra cibo e globalizzazione, tra tradizione e innovazione, come nei salotti francesi del ‘700 dove la convivialità portava Voltaire a esporre le sue invenzioni. La nostra è una formula basata sulla commistione fra comunicazione social e il cibo di casa. Gli ospiti vengono selezionati in base all’età e agli interessi comuni.
A quel punto ho cercato di capire cosa potevo offrire agli altri, di cosa disponevo: un casale in campagna, la mia passione per la cucina e per l’accoglienza, una buona conoscenza dei social. L’ispirazione è arrivata repentina: “home social restaurant“!
Si tratta di cene social organizzate all’insegna del buon cibo, dell’intimità di una singola grande tavolata, che si anima della convivialità degli avventori. Così, il gusto è protagonista non solo nei piatti, ma si espande nell’atmosfera unica che solo una calda accoglienza familiare può donare.
Ad esempio, una signora sui 55 anni, con uno studio notarile, stanca di andare in ristorante con i soliti amici, cercava coetanei con cui condividere la passione per il jazz e il buon cibo, così giovedì ci sarà una Jazz dinner per un target di cinquantenni.
Io cerco di mettere insieme persone con interessi affini e più o meno coetanee, affinché i miei ospiti possano trascorrere una serata diversa da solito, in buona compagnia. Possono nascere amicizie e, perché no, anche l’amore…
Fulvio x Experyentya