Real Shit: creare valore… dal letame!

Come chi legge assiduamente il blog oramai saprà, vado matto per le storie di coraggio imprenditoriale, ma anche di visione lucida del mercato.

Sì, quei casi che uniscono intuito, analisi, strategia, creatività, programmazione, a maggior ragione se vedono coinvolti dei giovani e a maggior ragione se prevedono l’intelligente e sana valorizzazione di risorse esistenti e, magari, altrimenti sotto-utilizzate o per niente sfruttate.

Tutte queste caratteristiche le ritroviamo nel caso “Real Shit“, che è “tantissima roba”!

Real Shit  è la storia di tre ragazzi (Alan, Federico e Riccardo) svegli, brillanti e sognatori, che si incontrano e decidono di fare impresa e di fare qualcosa di diverso.Il loro business? Inscatolare e commercializzare letame, a scaffale, accanto a pasta e biscotti…

Sembra uno scherzo; invece no!

In realtà, infatti, il letame (70% mucca, 30% gallina) viene sottoposto a un processo che ne favorisce la naturale fermentazione, in modo da potenziarne la capacità fertilizzante; tutto su base rigorosamente naturale.

Per raggiungere questo obiettivo sono stati ingaggiati dei tecnici ed è stato impiegato un anno e mezzo di lavoro. Questo giusto per dire che non è tutto facile e che le intuizioni da sole non bastano. Mai.

Oltre a questo, i tre giovani soci (che vivono uno a Milano, uno a Torino e uno a Londra, dove lavorano nel mondo della comunicazione) hanno curato con estrema attenzione il packaging e hanno pensato di puntare su coraggiose scelte di marketing, ovvero attrarre appassionati di giardinaggio e chi si diletta con l’orto di casa, con un mood fresco, giovanile, accattivante.

Qui il colpo di genio: creare un ottimo fertilizzante, completamente naturale, racchiuderlo in una confezione “carina, bella da vedere, quasi modaiola”, puntare non su una clientela b2b, bensì sulle famiglie e su chi concepisce il verde in casa (un piccolo orto, anche una piccola oasi verde sul terrazzino del palazzone in centro città, in una grande metropoli, grigia e polverosa) come un “rito”, un momento rigenerante, rilassante e creativo.

E, infatti, il target giusto (ad elevata marginalità) per un prodotto così è rappresentato proprio da chi abbraccia un certo stile di vita, orientato all’estetica e al design, al connubio fra modernità e autenticità (reale o meno) e in qualche misura anche alla sfera new age.

In tutto questo, Alan, Riccardo e Federico sono riusciti ad entrare nella prestigiosa distribuzione di Eataly FOTO1 (a Milano) e ora sognano i mercati internazionali, dal Giappone agli Stati Uniti.

Questa è quindi la storia di ragazzi giovani, con mordente, idee chiare e talento, che hanno preferito non aspettare che le opportunità bussassero alla loro porta, ma se le sono create (nuovo vantaggio competitivo sul mercato del lavoro), in modo brillante, dimostrando di poter creare valore, anche dal letame

Per chi volesse conoscerli da vicino e approfondire la loro storia, i ragazzi di Real Shit porteranno la loro esperienza in aula a Ferrara, presso il Dipartimento di Economia e Management dell’Università, il 5 maggio 2015 alle h. 12.

L’incontro sarà aperto agli interessati. Basterà inviare una mail di conferma della propria presenza all’indirizzo fulvio.fortezza@unife.it. Per dettagli in prossimità dell’evento, consultare la pagina del Lab.

Enjoy!

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