Il product placement che calza a pennello: “Com’é bello far l’amore”.

Oggi vi parlo di un altro caso davvero bello di product placement cinematografico.

Nella fattispecie, si tratta di placement visuali di estrema efficacia, perchè il brand “ospitato” è protagonista in tutto il film, in realtà anche quando non lo si vede.

Il film si chiama “Com’é bello far l’Amore” (sotto il trailer) e credo che molti di voi lo abbiano visto, considerando il successo avuto al botteghino.

Il brand? Ve ne sarete certamente accorti… Durex, di cui avevamo già parlato, più dal punto di vista strategico.

Beh, il connubio fra pellicola e brand direi che è perfetto, a vista d’occhio.

Si tratta di una commedia divertente, che non scade mai nel trash, sebbene il tema su cui è costruita la storia spesso si presti.

Diciamo che la visione è gradevole, senza tempi morti. Uno strepitoso De Luigi ci mette del suo.

Tutto è incentrato sul Sesso come fonte di gioia, di piacere e, nella fattispecie, di longevità per i rapporti di coppia. In una trama così Durex si inserisce in modo naturale…

Come detto, il brand non viene mai evocato, ma lo si vede, eccome!

Forse, in realtà, addirittura solo in una scena, quella della farmacia, ma in quel momento è chiarissimo a tutti che “il cerchio si chiude”.

Che dire, questo è davvero un pezzo d’autore dal punto di vista del marketing!

Cosa deve emergere?

In ordine più o meno sparso, nella testa di molti spettatori gli accostamenti saranno stati: “Durex è buono“, “Durex ha una gamma ampia“, “Durex è affidabile“, “Durex risponde a diverse esigenze“, “Ah, questo non lo sapevo… proviamo!

In operazioni come questa, paragonabile per “format” ad altri due casi di cui avevamo parlato, ovvero “Benvenuti al Sud” e “Diverso da chi?“, è evidente che gli effetti ricercati siano, più che la notorietà, l’immagine di marca e le percezioni di valore dei consumatori.

Qui si può lavorare sia su chi ha già comprato quel brand (magari per convincerlo a ricomprare, o per spingerlo a provare altre referenze della gamma), sia su chi non lo ha mai fatto.

E, da questo punto di vista, i plus sono sempre gli stessi:

  • puoi raggiungere il pubblico senza infastidirlo, anzi divertendolo;
  • puoi risultare simpatico, “positivo”;
  • puoi spiegare molte più cose di quanto avresti potuto fare in uno spot pubblicitario (e – ripeto – con un’efficacia maggiore);
  • puoi raggiungere una platea ampia, che si alimenta man mano che la pellicola transita dal grande al piccolo schermo.Riguardando il video, pensate a quanti dettagli utili per il potenziale acquirente dell’anello vibrante riesca a dare un esilarante Lillo, nei panni del farmacista.

    Scherzando scherzando, a molti la voglia di provarlo sarà venuta, ne sono sicuro…

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2 commenti

  1. Un modo molto elegante, intelligente e commerciale di trattare argomenti “tabù”.
    Ora sono molto incuriosito dal film e credo che sia il caso di vederlo…

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