LinkedIn? Che ci faccio?! Scopriamo il ‘brutto anatroccolo’.

LinkedIn, il brutto anatroccolo che in realtà è un cigno

Già, oggi parliamo del social, per molti, meno sexy che c’é.

Il social che nessuno considera “finché non è costretto a farlo”.

Certo, non ha i colori, gli effetti speciali e la “spavalderia” dei social tutti video, balletti e filtri, ma sa il fatto suo.

E ha un enorme potenziale. Lo scopriamo grazie al nostro amico Matteo Mantovani, che è proprio un LInkedIn coach.

1) Matteo, ci dici qualcosa di te? Chi sei, cosa fai e come sei arrivato fin qua?

Innanzitutto grazie di cuore per l’opportunità!

Dopo la laurea in Economia a Unife, sono stato folgorato, come molti, dal mondo dei social, scoprendo ben presto di avere un debole per quello meno considerato di tutti!

Oggi, con le mie super-collaboratrici Nicole e Laura, faccio formazione e consulenza alle imprese, con l’obiettivo di trasferire loro competenze e autonomia sull’utilizzo dei social network.

2) Ma che cos’ha LinkedIn di diverso e speciale rispetto agli altri social?

Sono da sempre convinto che le relazioni tra le persone siano l’ingrediente più importante nella ricetta per la crescita personale e del business.

Ho visto in LinkedIn lo strumento perfetto per sviluppare questo genere di relazioni, online.

3) A chi e per cosa consiglieresti LinkedIn come strumento privilegiato di comunicazione e branding?

LinkedIn è un canale decisamente versatile, che si adatta alle esigenze dei propri utenti, o, se vogliamo, che consente agli utenti di potersi adattare sulla base delle proprie esigenze.

In generale, consiglierei LinkedIn a ogni professionista interessato a crearsi un’immagine online che possa garantirgli credibilità nel proprio mercato.

Qualche esempio, giusto per capirci meglio.

Un imprenditore/trice o general manager a capo di un’organizzazione dovrebbe tenerlo in grande considerazione per la propria reputazione online.

E dovrebbe invitare tutti i dipendenti e collaboratori ad iscriversi, confermando di lavorare all’interno dell’azienda stessa, per aumentarne la visibilità.

Prendiamo Elena Dominique Midolo, CEO della più grande community italiana dedicata alla Bellezza, ClioMakeUp, fondata da Clio Zammatteo.

CLIO1Profilo LinkedIn semplice, con poche informazioni specifiche, ma che comunica perfettamente la professionalità di Elena e la sua collocazione nel settore di riferimento.

Un profilo, quindi, utilizzato in maniera più istituzionale, o più precisamente relazionale, e meno incentrato sulla proposta di vendita del prodotto offerto.

Sulla destra di questa prima sezione del profilo LinkedIn (foto sopra) vediamo il riferimento all’azienda, quindi il rimando alla Company Page di ClioMakeUp.

CLIO2Nell’immagine della Company Page di ClioMakeUp (foto sopra), notiamo immediatamente la voce sulla destra: “Visualizza tutti i 30 dipendenti su LinkedIn”.

Significa che 30 collaboratori/dipendenti di ClioMakeUp hanno specificato sul proprio profilo LinkedIn di lavorare presso quest’azienda.

Così facendo, rendono visibile il brand alla propria rete di contatti. Semplice, ma estremamente utile.

Ricordiamoci che la vera natura dei social è di essere trame di connessioni da punto a punto!

Questo meccanismo prende il nome di ADVOCACY. Ogni membro dell’organizzazione ne diventa ambasciatore nel mondo delle connessioni professionali di LinkedIn.

Ma, sganciandoci dalle grandi imprese e dai grandi brand, pensiamo a quante figure professionali possano avere vantaggi nell’utilizzo di LinkedIn.

Un libero professionista, consulente o commerciale potrebbe usarlo per sviluppare la propria rete, individuare nuovi contatti e potenziali clienti.

Potrebbe posizionarsi come esperto del proprio settore attraverso la condivisione di contenuti di valore.

Un fisioterapista, dal canto suo, potrebbe produrre contenuti (testo o video) mostrando esercizi semplici, ma efficaci, per migliorare la postura di chi lavora tutto il giorno in smart working.

Chiaramente, nel frattempo dovrebbe costruire attorno al proprio profilo una rete di contatti in linea con il target di riferimento.

Ad esempio, potrebbe chiedere il collegamento a professionisti che svolgono lavori prevalentemente d’ufficio.

Come avrete capito, sviluppare le giuste reti di contatto su LinkedIn e prendersene adeguatamente cura è fondamentale. Forse la cosa più importante.

Ne parlavo proprio in un post su LinkedIn, qui sotto. 

RETE

Torniamo al tema di chi e per cosa possa essere interessato a LinkedIn.

Pensiamo a chi è alla ricerca di nuove opportunità lavorative, che dovrebbe sapersi muovere per farsi notare dalle persone giuste.

Anche qui, un’idea basica, ma necessaria, è di pubblicare contenuti su cui si abbia competenza (contabilità, insegnamento, ecc), per mettere in mostra il proprio talento e il proprio know-how.

E se non hai ancora esperienze lavorative?

Niente paura. Puoi comunque mettere in mostra il tuo talento, le tue passioni, la tua personalità.

Da questo punto di vista LinkedIn può essere un amplificatore, un trampolino, un’occasione in più per farsi notare.

Il punto di partenza è rappresentato, evidentemente, da:

  • curiosità, aperturavoglia di coltivare interessi, passioni e, possibilmente, elementi di unicità;
  • un profilo LinkedIn fatto bene, con attenzione ai dettagli, come spiego nella mia guida gratuita o nel mio libro.

Foto libro4) Va bene, allora approfondiamo proprio questi punti: sono una persona alla ricerca della sua dimensione su LinkedIn. Quali le mosse indispensabili per fare “il percorso giusto”?

Prima mossa: rendi appetibile e comunicativo il tuo profilo professionale.

Dimenticati del luogo comune LinkedIn = Curriculum Vitae.

Inizia a pensarlo come una “Landing Page”, la tua “pagina di atterraggio”, che sappia essere utile per i tuoi utenti.

Qui sotto puoi vedere la mia.
InformazioniCome presentazione professionale, ho scelto di comunicare senza troppi giri di parole “cosa posso fare per te”.

Metto in evidenza il mio target/cliente ideale e subito dopo offro la soluzione.

Di sicuro, meno siamo autoreferenziali meglio è. Cerchiamo di dare più attenzione al bisogno del nostro interlocutore ideale.

Chiediti: Quale problema posso risolvere? Quale soluzione offro?

Per capirci ancora meglio, è bene evitare frasi del tipo “Sono Matteo Mantovani, mi sono laureato in Economia e Gestione delle Imprese. Dopo un master in…” e privilegiare qualcosa tipo “Il mio obiettivo è aumentare la visibilità online delle aziende attraverso l’utilizzo dei Social Network”.

Dopodiché, come dicevamo prima, bisogna lavorare sulla costruzione della rete di contatti, per aumentare le opportunità di business.

Per farlo, è necessario avere ben chiaro il target di riferimento: a chi ti rivolgi?

Esempio: sei un/a Graphic Designer e cerchi collaborazioni con Web Agency locali.

Cosa puoi fare?

Cambiando impostazione rispetto al mio visto sopra, il riepilogo in questo caso potrebbe essere più schematico, ma ugualmente intuitivo (vedi sotto).
informazioni 2

Ultimo step, ma non per importanza… CONTENUTI, CONTENUTI, CONTENUTI, di qualità!

Crea e condividi contenuti per posizionarti come esperto del settore agli occhi degli utenti, o comunque come uno/a che abbia qualcosa da dire su un certo tema.

Qualcosa di possibilmente distintivo, ovviamente.

4) Ok, abbiamo parlato di personal branding, ma cosa fanno o potranno fare nel prossimo futuro le grandi imprese su LinkedIn, secondo te?

Alcune GRANDI, ma proprio GRANDI, lo stanno già facendo.

Parlo di Company Page usata per pubblicare contenuti capaci di coinvolgere il pubblico.

Da questo punto di vista, per brand del genere LinkedIn è un canale ulteriore di costruzione/rafforzamento/difesa della propria reputazione e della propria immagine.

Penso ad esempio a Nike, che, come sempre, riesce a trasmettere messaggi positivi legati al mondo dello sport, e questa volta l’ha fatto con un contenuto tutt’altro che banale.

Un contenuto che ha correttamente pensato di veicolare anche su LinkedIn.

Nello specifico, si trattava dello spot che ha fatto il giro del web la scorsa estate: «You can’t stop sport. You can’t stop us». Un grande successo in termini di viralità.

Potremmo menzionare anche Deloitte, che promuove la cultura aziendale attraverso video nei quali spesso compaiono anche i dipendenti.
7. es. deloitte 2 7. es. deloitteOppure, ancora, UPS, che utilizza la Company Page per promuovere il valore dell’attenzione alle persone (siano esse clienti o dipendenti).
7 es.UPS

Anche qui, però, sento la necessità di rimarcare l’importanza di non essere autoreferenziali.
Meglio prediligere contenuti che portino valore per i lettori, quindi consigli, novità, ecc.

Di certo, anche le grandi imprese devono ancora lavorare molto. Anche per coinvolgere i team interni all’azienda.

In questo senso, bisogna capire che – come dicevamo prima – i dipendenti sono i primi ambasciatori dell’azienda su LinkedIn.

E che LinkedIn è un bacino qualificato, per cui chi – a vario titolo – parla dell’azienda deve farlo con la massima competenza.

Bisogna quindi anche pensare di investire per formare dipendenti che sappiano essere degli “ottimi ambasciatori” e che sappiano usare proattivamente questo strumento per il networking professionale.

Basti pensare a quanto questo possa essere interessante in un’ottica di networking internazionale, quindi anche per lo sviluppo di contatti commerciali all’estero.

Beh, grazie ancora per il tempo che avete voluto dedicarmi e rimango a disposizione dei vostri lettori per info e curiosità.

Su LinkedIn, ovviamente 😉

Matteo Mantovani (Digital Coach & LinkedIn Trainer, matteo@mntconsulting.it) x Experyentya

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