Ci sono dei veri e propri settori “tabù”.

Se ci pensiamo bene ci sono molti settori che rappresentano per il marketing dei tabù e, evidentemente, non parlo solo di quelli che toccano morale, sessualità, ecc.

E’ da un po’ di tempo che rifletto sul business delle onoranze funebri (già il nome…).

Sì, so che molti di voi in questo momento toccheranno “varie ed eventuali” e faranno tutti i dovuti scongiuri.

D’altra parte, se ci pensiamo solo un attimo, purtroppo tutti noi dovremo confrontarci con questo “servizio”.

Il punto qual è?

E’ che vedo un settore che già di per sè è tristarello e su questo credo non ci piova, ma vedo anche che le imprese che vi operano non fanno nulla per dare una nuova veste a questo tipo di business.

E qui, in virtù dei cambiamenti in atto nella società odierna, il marketing può e deve fare veramente molto!

Ok, lasciamo stare i casi in cui vi sono accordi di lobby o di “altro tipo”, che blindano gli operatori a livello locale e falsano la concorrenza. Ragioniamo su aspetti di marketing.

Sinceramente, io non credo che l’individuo degli anni Duemila possa/voglia continuare a “subire” i servizi che vengono propinati in questo settore.

Ok, è “un momento della vita”, quindi va affrontato, ma proprio ragionando su questo aspetto (“momento della vita”) ed anche sul fatto che oggi le persone vivono la vita in modo diverso, che cresce la quota degli atei, che cresce la quota di coloro che adottano stili di vita orientati, ad esempio, alla filosofia new age, le cose devono cambiare.

O meglio, il punto è che si aprono importanti opportunità per chi saprà “riconcettualizzare il proprio business”.

Così, solo per citare alcuni aspetti, bando alle comunicazioni tristi ed alle classiche foto “formato defunto”, rivediamo il momento della commemorazione, perchè no, scegliamo un po’ di musica che sarebbe piaciuta all’estinto, in modo da farlo ricordare a parenti, amici e conoscenti con una vena sì malinconica, ma allo stesso tempo positiva, diamo, se ce n’è bisogno, supporto psicologico (coaching) ai “cari”, rivediamo lo stile interno degli uffici, perchè la tristezza comincia proprio da lì, ecc, ecc…

Insomma, ce n’è da fare e a mio avviso la domanda potenziale per servizi di questo tipo nel nostro Paese è molto alta, ma da un lato le imprese non osano e dall’altro i clienti non sono abituati a pensare a “schemi” differenti.

Il punto è – e qui devo riprendere ancora una volta Pine e Gilmore – come si concepisce il business.

E’ evidente che finora in questo settore ci si sia focalizzati sul servizio, ma perchè non pensare a curare l’ esperienza di parenti e amici, rendendo un momento inevitabilmente triste un po’ meno freddo e demoralizzante?

Lo so, sembrano scenari implausibili, ma secondo me questo, almeno per una certa tipologia di clientela, è il futuro.

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3 commenti

  1. Io penso sia un idea molto valida, ogni tanto anche fra amici capita di fare discorsi che toccano la religione, o il “dopo” e vengono fuori le cose più disparate.
    C’è effettivamente, rispetto a una volta, la voglia di disegnarsi un tipo di convinzione “personalizzato” e da che se ne dica, nessuno sa effettivamente cosa ci aspetta e tutto è valido.
    Il momento dell’ultimo saluto dovrebbe in effetti essere una cosa assolutamente scelta da chi la vive in prima (e seconda) persona.
    Salvo i riti religiosi, per chi ovviamente è credente e ci tiene (ma che sia per convinzione) tutto il resto dovrebbe essere una commemorazione della vita del nostro caro, le sue canzoni, le sue parole, qualcosa che sappia di “segno lasciato” e magari anche in un modo che sia originale del modo di pensare di quella persona, nessuno può giudicare e lavorare per organizzare questo potrebbe effettivamente prendere piede.
    Un idea veramente adeguata, sono d’accordo.

  2. Il cambiamento è già in atto….
    Un primo passo è stato mosso da un certo Don Giovanni Bellò, che si è raccontato a ‘IL SENSO DELLA VITA’ programma in onda la domenica in seconda serata su Italia1, condotto da Paolo Bonolis (www.ilsensodellavita.tv).
    Al fine di far rispettare la quaresima ai suoi fedeli, il Don, ha organizzato ogni venerdì (per tutto il periodo di quaresima) 2 pulmini che potessero accoglierli per varie gite giornaliere e offrir loro un pranzo a base di pesce (dato che come sappiamo nei venerdì di quaresima è vietata la carne).
    Come dire: “se non puoi aggredire e superare l’ostacolo, aggiralo!”…forte pensiero laterale!
    Inoltre, al fine di evitare i rigidi schemi adottati per la commemorazione del defunto (che spesso nemmeno si conosce), decide di personalizzare l’omelia oggetto dell’onoranza funebre della sua morte… in ragione di un giorno che presto a tardi arriverà… valutando anche l’idea di un banchetto, autofinanziato per ben 1500 euro, ove brindare in memoria dell’estinto al posto delle solite veglie post cerimonia.
    Dite che possiamo parlare di un vero e proprio prete “non convenzionale”?….
    http://www.ilsensodellavita.tv/ospiti.php?k=2&id=105
    Guarda il video!
    http://www.ilsensodellavita.tv/videoview.php?media=video/pillole/donbello_1003.flv

  3. Ciao Maena,
    davvero simpatico questo personaggio. Con il tuo commento hai preso 2 piccioni con una fava… hai toccato il tema del mktg delle onoranze funebri e quello ecclesiastico, entrambi “settori” tabù, entrambi “settori” con grandi spazi di applicazione per il marketing. A mio avviso, la Chiesa ne avrebbe proprio bisogno e che non si pensi che il mktg è “questione” che riguarda solo prodotti in senso stretto e profitti: c’è molto di più. Da questo punto di vista anche il settore no-profit è decisamente interessante.

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