Parole d’ordine dei “nuovi turismi”: low cost e condivisione.

E’ evidente, l’affascinante mondo dei viaggi e del turismo sta attraversando una fase di sostanziale e repentina evoluzione.

Oggi ci concentriamo su due particolari modalità di fare turismo, che soddisfano, da un lato, il desiderio del turista di stare insieme ad amici, conoscenti o anche sconosciuti e, dall’altro, l’esigenza del risparmio: l’hotel a zero stelle e i travel social network.

Il fenomeno del low cost non è nuovo, né nel turismo né in altri settori, ma l’hotel a zero stelle rappresenta un’originale fusione della formula low cost con le idee molto bizzarre di due artisti svizzeri, che in periodo di crisi economica hanno sapientemente individuato e colmato un ‘vuoto d’offerta’ nel variegato comparto turistico, che continua così ad offrire interessanti spazi all’imprenditorialità intelligente.

Null_20Stern_20Hotel-Modern_20Butler-21In pratica, i gemelli svizzeri Riklin, Frank e Patrik, hanno comprato un ex-bunker nucleare e lo hanno trasformato nel Null Stern Hotel, ovvero nell’Hotel a Zero Stelle.

La filosofia di fondo è questa: sfidare il superfluo e ricercare l’essenzialità, eliminando ogni sfarzo e comfort.

Attualmente l’hotel è composto da due ampie camere, che possono ospitare fino a sette persone, e da un bagno: in sostanza, tutti condividono spazio e intimità. Non ci sono finestre, né riscaldamento.

Sapete come avviene l’assegnazione dei posti a letto? E chi fa la doccia con la poca acqua calda a disposizione?

Decide tutto il fato, o meglio la rotazione dei raggi di una vecchia bicicletta.

Tra i servizi ci sono le pantofole, per evitare di camminare sul pavimento gelido, e i tappini per le orecchie, per evitare di sentire russare i compagni di stanza.

Ovviamente, la formula è “bed and no breakfast”, ma ci si può assicurare un letto per 25 franchi, circa 16 euro a persona. Poiché l’hotel sta riscuotendo notevole successo, i due fratelli Riklin intendono estendere questo concetto ad altri ex-bunker sparsi nel mondo.

Passiamo adesso ai travel social social network, l’altra via molto in voga di viaggiare.

Si tratta di community on-line dove viaggiatori ‘indipendenti’ possono scambiare informazioni e consigli e pianificare i propri itinerari di viaggio.

CouchSurfing, ad esempio, è un sito di riferimento per le persone che vogliono viaggiare gratis, secondo un’idea molto semplice: si tratta di una rete di persone che mettono a disposizione il proprio divano di casa per qualche giorno, dando e dandosi così la possibilità di trovare ospitalità in giro per il mondo.

La community conta oltre un milione di iscritti in tutto il mondo, i quali condividono lo spirito di avventura e la voglia di conoscere persone nuove.

In sostanza, ogni couchsurfer crea un profilo, attraverso il quale descrive se stesso, la propria filosofia di vita, i propri interessi (film, libri, ecc) e inserisce le proprie foto. Ma la parte più importante del profilo è rappresentata dalle referenze, che costruiscono a determinare la reputazione di ogni ospite.

Il “couchsurfer” è un viaggiatore “attivo”, con un’età tra i 18 e i 29 anni, che spesso cerca degli ospitanti che partecipino attivamente alla costruzione dell’esperienza di viaggio (dalle chiacchierate alle uscite con l’ospite per accompagnarlo a visitare, ad esempio, un museo della città).

Possono nascere così amicizie vere e c’è perfino chi ha trovato l’anima gemella.

Insomma, i couchsurfer rappresentano un particolare segmento di turisti, tutt’altro che individualisti, che scommettono in ogni viaggio sulle relazioni umane, aspetto da cui dipende il valore dell’esperienza complessiva di viaggio.

A tal fine essi si auto-organizzano, ricercano persone ed esperienze mirate, non finte, non banali.

I travel social network rappresentano dunque un modo alternativo per informarsi ed organizzare il proprio viaggio, in linea con le tendenze in atto nel settore turisticocrescente importanza del passaparola (ritenuto più affidabile dei mass media per la raccolta di informazioni sulle destinazioni turistiche), della disintermediazione e dell’utilizzo intelligente di Internet.

In definitiva, i due esempi riportati confermano che:

  • anche nel turismo si stanno affermando i micromercati o nicchie. Secondo Anderson, “vi sono ancora tanti prodotti turistici di nicchia non ancora sfruttati, che messi assieme possono rappresentare una bella fetta di mercato;
  • Internet ha rivoluzionato il comparto. Stiamo assistendo all’esplosione dell’utilizzo della Rete come strumento di informazione e di comunicazione, non solo come veicolo di commercializzazione dei prodotti turistici.

    Da questo punto di vista, le imprese del settore turistico non possono più osservare con distacco e superficialità le “conversazioni del mercato”;

  • micromedia (social network, blog, ecc), in particolare, permettono di spostare quote sempre più rilevanti di domanda turistica “dalla testa alla coda”, ovvero di smuovere quote di domanda da prodotti massificati (es: esperienze balneari ‘spiaggia e sole’) verso esperienze di nicchia sempre più specifiche e qualificate, guidate magari dalle passioni dei viaggiatori.Emanuela Conti (Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”) for Experyentya
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6 commenti

  1. Interessante il fenomeno del Null Stern Hotel, e opposto come tendenza a quello che è successo nella riviera romagnola negli ultimi anni, dove le piccole pensioni da una stella sono progressivamente sparite e sostituite da Hotel ricchi di servizi di ogni genere.
    Al contrario all’ estero sembra ritornare in auge la formula low cost con alberghi ridotti all’ essenziale, e ottenuti riutilizzando strutture create durante la guerra fredda.
    Non so se in Italia un fenomeno del genere troverebbe un mercato, visto che siamo ormai abbituati a camere dotatate di bagno interno e aria condizionata. Però è sicuramente una notizia interessante..

  2. Ciao Ernesto,
    benvenuto anche a te sul blog, anche se so che ci segui da tempo. Anzi, grazie per il linkaggio!
    Anch’io non so quanto spazio possa avere in Italia una formula di questo tipo, ma, in generale, credo che anche in questo caso sia necessaria una differenziazione intelligente, perchè basicità della formula non significa banalità della stessa. Grazie e continua a seguirci!

  3. Grazie Ernesto! Le fasce di vacanzieri meno colpite dalla crisi possono permettersi soggiorni anche più lussuosi rispetto agli anni scorsi e certi hotel propongono in effetti servizi più sofisticati. Sicuramente molti albergatori romagnoli hanno scelto di servire i segmenti alti e medio-alti del mercato contando sul fatto che la riviera romagnola è una delle nostre mete turistiche preferite rinomata per l’accoglienza, gli innumerevoli eventi e il divertimento. Tra l’altro quest’anno l’hanno scelta anche gli italiani che non sono andati in vacanza all’estero. Ma in generale da quanto leggo sui giornali e sento dire in giro questa è un’estate segnata dal risparmio, crescono i viaggi brevi e low cost. In Europa e negli USA il calo di prenotazioni ha indotto gli albergatori a proporre soluzioni più convenienti. C’è chi addirittura paga alberghi e ristoranti a rate. Penso che le offerte originali a basso prezzo come il Null Stern Hotel (rivolte a turisti italiani e stranieri) non tarderanno ad arrivare anche da noi.

  4. Articolo molto interessante. Sono d’accordo con Ernersto, in Italia una formula del genere avrebbe più difficoltà ad affermarsi; in genere i turisti stranieri sono meno “viziati” degli italiani e si accontentano di standard più bassi in termini di qualità dei servizi, ma comunque c’è sempre spazio per una differenziazione intelligente, e poi spesso “low cost” non è sinonimo di bassa qualità.
    A questo proposito vi segnalo una catena di alberghi (per ora ce ne sono tre: London Heatrow, London Gatwick e Amsterdam) che offre un servizio davvero interessante. Si chiamano Yotel e sono situati all’interno dei terminal. Offrono delle “cabine” dalla dimensione ridottissima e senza finestre ma supertecnologiche e con la possibilità di sostare da un minimo di 4 ore, ideale per chì deve fare una lunga sosta in attesa di una coincidenza o è costretto a passare la notte in aeroporto per ragioni di orario.

  5. Ciao Alessandro e grazie per il commento. La contrazione della domanda turistica e certi cambiamenti in atto quali il crescente ricorso ai last minute, ai viaggi brevi, alla disintermediazione grazie ad Internet, insomma la ricerca sempre più diffusa di un saldo sulle vacanze mi inducono a pensare che possa esserci spazio anche per un’offerta di alberghi più economici. Si tratterebbe di una nicchia nel variegato panorama dell’offerta adatta a soddisfare l’esigenza di persone particolarmente attente alla leva prezzo (ad esempio studenti o chi guadagna 1.000 euro al mese). Inoltre teniamo presente che solo una parte della popolazione va in vacanza (in Italia mi sembra una persona su quattro) per cui una simile offerta potrebbe anche attrarre chi – crisi o non crisi – non viaggia semplicemente perchè non può permetterselo.
    Interessante la catena di hotel che hai segnalato. A proposito di alberghi a ore nel nostro Paese crescono i motel, un business a quanto pare piuttosto profittevole. http://www.repubblica.it/2009/08/sezioni/cronaca/alberghi-a-ore/alberghi-a-ore/alberghi-a-ore.html

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