Turismo e Ristorazione: il must dell’unicità, per la differenziazione delle esperienze.

Di questo argomento abbiamo già parlato in vari post, ma mi fa piacere riprenderlo, per mettere un po’ di cose a sistema.

Siamo nel macrosettore delle esperienze” e, nella fattispecie, parliamo di ricettività di ristorazione.

In entrambi i casi, siamo di fronte ad una svolta di mercato direi epocale.

Per quanto riguarda gli alberghi, non è più solo un problema di stelle, che da sole oggi non rappresentano una variabile pienamente discriminante rispetto a possibili format d’offerta, mentre per quanto concerne la ristorazione c’è tanto bisogno di marketing, per una “differenziazione consapevole“.

Tranne i locali “funzionali” (quelli che intercettano la clientela “del lavoro”, ad esempio), oggi non c’è attività che possa prescindere da elementi di forte particolarità, per consentire ai clienti di vivere esperienze appaganti, degustando cibi e bevande di buona qualità (tassello importante, ma da solo non più sufficiente).

Spazio, quindi, alla segmentazione e spazio alla creatività, sulla base di attente scelte di posizionamento, in una prospettiva più “iperreale” (pizzerie e ristoranti come “palcoscenici emozionali”) oppure autentica” (recupero delle tradizioni e valorizzazione del “locale”).

Sempre per quanto riguarda la ristorazione, poi, abbiamo anche parlato dei “format ibridi” e modulari, che aggiungono ulteriori elementi di complessità e di interesse a questo scenario.

Fra le diverse “nuove trovate”, ecco, ad esempio, l’aereo trasformato in ristorante, nei pressi della ristoaereoCapitale.

Venendo alle strutture ricettive, basta passeggiare per una qualsiasi delle località della Riviera Romagnola, che è un’attendibile “cartina di tornasole”, per verificare il grado e l’intensità del cambiamento (nel senso di una maggiore varietà ed articolazione) dell’offerta turistico-ricettiva.

Dalla serie interminabile di strutture tutte molto simili di cui fino a qualche tempo fa erano dissiminati in modo indistinto i lungomari di Rimini&Co. si passa – seppure con gradualità – ad un “panorama” molto più variopinto, per tutte le tasche e per tutti i gusti.

Questa è una tendenza più generalizzata sullo “Stivale”, ma non solo, perchè processi simili sono in atto a livello internazionale.

Di seguito, qualche caso particolarmente “suggestivo”.

La vacanza in container, inaugurata dalla catena alberghiera Travelodge con il lancio del format dell’hotel a basso costo nei pressi di Londra.

Si tratta di un’unità alberghiera di un centinaio di camere, realizzate tutte con container fabbricati in Cina. I moduli sono equipaggiati con arredi standard, che comprendono un bagno completo e le pareti con prese elettriche.

Concepito strizzando l’occhio a valori come l’ecologia ed il good value for money (una notte costa 20€), l’insolito sistema di costruzione permettere a Travelodge di abbattere i costi del 10% rispetto alle strutture “normali” e i tempi di costruzione del 25%.

b_720_0_0_0___images_stories_users_Virgilio_aereo_boeing-727-trasformato_in__suite_in_costa_rica_Social_Design_Magazine-01L’albergo con le ali. Dopo il “risto-aereo” non poteva mancare la variante formato albergo.

L’idea è venuta ad un imprenditore svedese, che ha rilevato un Boeing 747 per trasformarlo in una struttura di 25 stanze, pronta ad ospitare 85 “passeggeri”.

Attualmente il veivolo è situato nei pressi dell’aeroporto di Arlanda (Stoccolma), ma se il business “decollerà” si vuole replicare l’esperienza in altre località del mondo.

In questo insolito albergo c’è spazio anche per una suite, ubicata nell’ex cabina di pilotaggio, con vista panoramica sulla pista d’atterraggio.

Le stanze sono equipaggiate con televisore, molte hanno il bagno al proprio interno ed a beneficio dei clienti c’è anche un bar.

Target? Chi aspetta di partire, clienti “di passaggio” (spesso clientela business), curiosi.

Fra arte e amore, a ore. A Parigi è stato inaugurato l’HeartBreak Hoteluno “spazio concettuale” per fare sesso, ammirando nel frattempo opere artistiche.

Si tratta di un albergo a forma di torre, che già dall’ingresso mostra una chiara “impronta”, grazie ai tessuti degli arredi, imbevuti di essenze eccitanti.

L’hotel “Spaccacuore” (è possibile prenotare esclusivamente via internet, per garantire la massima riservatezza) si ispira ai “Love Hotel” nipponici, ma questa versione occidentale vuole essere più elegante, posionandosi come un “luogo del piacere”, anche estetico, dove affittare camere prevalentemente ad ore (prezzi tra 10 e 15 euro l’ora), coinvolgendo i cinque sensi in un’estasi non solo erotica, ma anche artistica. Insomma, un’esperienza per epicurei degli anni Duemila.

Rimanendo in tema, è interessante il caso del New Divina Club, sul Lago Trasimeno, che si posiziona come “Centro Vacanze Erotiche“, con, al suo interno, un ristorante, una discoteca e, appunto, un “Love Hotel“, dove si punta soprattutto sugli “scambisti“, con una formula assolutamente creativa e ad elevato valore per questo particolarissimo segmento: una scarpa da donna davanti alla porta significa “singolo gradito”, due scarpe appaiate significano “solo coppie”, due scarpe in posizioni diverse significano “sia singoli che coppie”. E’ evidente che non bisogna distrarsi nel collocare le scarpe…

Sempre in Italia, ma in chiave meno hot, ecco in Laguna le antiche fabbriche dei maestri vetrai, che a poco a poco stanno inesorabilmente chiudendo, trasformandosi, così, in resort di lusso, per una clientela raffinata.

Per chiudere con il botto, ecco a New York (immagine cover del post) il ristorante con il dress code più insolito al mondo… Sì, infatti si mangia rigorosamente nudi…

Insomma, il sistema turistico-ricettivo è davvero in fermento e questo aumenterà il potere ed il piacere di scelta dei clienti.

Una previsione che si può abbozzare è che in un numero crescente di casi si potrà parlare di “destinazioni di valore” non solo per le località turistiche (con le strutture ricettive come “elemento di supporto”), ma anche per taluni “concept alberghieri“, capaci di far vivere di per sé esperienze di soggiorno rigeneranti, appaganti, stimolanti.

Della serie: “vado nella località X perchè c’è quell’albergo molto particolare e non il contrario”. 

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7 commenti

  1. Salve, sono pefettamente d’accordo sulla necessità del settore turistico di trovare nuovo spazi di valore in una logica esperienziale. Per quanto riguarda i casi pratici riportativorrei effettuare due cosniderazioni. In primis le attività sull’areo non sono una novità. Ricordo alla fine degli anni ’80 una pizzeria a Porto Recanati in un aereo. L’inziativa ebbe poco successo allora. C’è da chiedersi quindi se la domanda non era ancora pronta in quel periodo oppure se queste sono solo inziative da cavalcare nel breve periodo. In secondo luogo, il proliferare di iniziative volte a creare esperienze per far vivere in maniera innovativa il sesso. Qualche giorno fa ad esempio ho letto di parchi naturali che organizzavano incontri amorosi nella natura più selvaggia (no WWF, però…). Non so quali siano i bisogni sottesi a queste esperienze di consumo (chiedo l’aiuto della sociologia e psicologia), ma è sicuro che sono in aumento e che quindi possano rappresentare un’opportunità per molte iniziative.

  2. Segnalo al proposito l’agriturismo Valle dei Caprioli, nei pressi di Riccione:
    http://www.free-landia.com/
    che si differenzia dando la possibilità di sposarsi a bordo piscina(e quindi piena ottica esperienziale, l’evento è vissuto pienamente all’interno), ha un parco di proprietà e strutture avanzate per il risparmio di energia

  3. Rispondo ad Andrea, dicendo che oggi la domanda è sicuramente più matura e pronta a recepire certe iniziative che si vanno, di fatto, sempre più moltiplicando e differenziando per intercettare bisogni e desideri non ancora soddisfatti. E’ difficile prevedere la durata di tali iniziative ma, di certo, occorre sapere ben interpretare e dare forma alle aspettative dei consumatori ed innovare l’offerta in relazione all’evoluzione dell’ambiente esterno. Certe iniziative resteranno più di nicchia, altre potranno ampliare il bacino di utenza.
    Segnalo altri hotel dove poter vivere esperienze molto particolari: un hotel di ghiaccio in Svezia http://www.icehotel.com/, un hotel su un albero in Germania http://www.kulturinsel.com/, un hotel con i letti sospesi e i mobili appesi al soffitto a Berlino http://www.propeller-island.com, un hotel a forma di enorme beagle negli US http://www.dogbarkparkinn.com/, un hotel extralusso nelle Fiji a 13 metri sott’acqua http://www.poseidonresorts.com e un bed & breakfast creato nella roccia in New Mexico http://www.bbonline.com/nm/kokopelli/

  4. L’idea dell’aereo è intrigante.
    Proviamo a pensare a quante persone, in particolare quando ci sono scioperi, sono costrette a dormire o semplicemente a rimanere per ore in aereoporti, stazioni, ecc.
    Se i mezzi di trasporto “a fine carriera” venissero ristrutturati e posizionati nei pressi degli stessi aereoporti e stazioni, potrebbero essere usati come alloggi dove le persone che sono impossibilitate a partire possono soggiornare ma, potrebbero anche essere sfruttati da chi vive lontano dalle stazioni ed è costretto a partire molto tempo prima della per arrivare a prendere i mezzi.
    Potrebbe essere un’idea che comporterebbe risparmi per i viaggiatori che decidono di soggiornare vicino alle stazioni prima di partire, ma un risparmio anche per le compagnie che nel caso in cui devono pagare il soggiorno ai propri clienti spenderebbero meno rispetto ad un albergo.

  5. Segnalo un caso molto interessante intercettato proprio oggi su Rai2: al ristorante Il Matto di Genova si può proporre allo chef la ricetta che si vuole (magari la vecchia ricetta della donna) ed anche il modo per prepararla e lui la realizza.
    Insomma, della serie: “dimmi qual è il tuo desiderio, poi mettiti comodo ed io gli do forma”.
    Piena co-produzione e prosumerismo!

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